Caro vecchio pope, tu approfitti delle mie vacanze e del mio animo blando e salmastro da ferie pregresse… almeno potevi mandarmi un sms, dato che le e-mail non le leggevo… che ne so, avresti potuto far passare un areoplano con lo striscione pubblicitario appeso dietro, come quando passava alle 11 di mattina la pubblicità dell’amaro Tacconi sulle spiagge di montesilvano… ma non puoi pretendere di rivelare una verità che mi tocca così da vicino senza darmene il minimo sentore! E che cazzo, a saperlo prima mi sarei organizzato diversamente, magari un po’ di pesce spada l’avrei rifiutato, e non mi sarei concesso quella soave grattatina proprio lì, sulla spiaggetta di ciottoli di scopello… Se avessi solo immaginato quello che andavi di lì a poco a rivelare non sarei nemmeno partito per il mare… ora sono condannato al male per l’eternità e non posso farci più niente, e tu nemmeno dici una parola di compassione, caro il mio pope… Beh, senti, io non lo sapevo, nessuno me l’aveva detto, ora che lo so ci starò più attento e come pegno oggi ricomincio a lavorare! Sei contento? Almeno un po’? Non basta ancora? Senti, allora faccio un’altra cosa…da domani mi piazzo sul balcone dell’ufficio e caco in testa a tutti quei cattivoni dei passanti… una bella sacher di buone intenzioni, una sublime defecatio assolutoria… io non andrò lo stesso in paradiso, ma così vediamo se almeno loro imparano ad essere liberi e felici, come una farfalla! Ridondante di merda, ma pur sempre farfalla.
Ricordati di morire con una spada in mano. Non si sa mai, forse avevano ragione i vikinghi, e pure gli Asi hanno le loro piccole necessità…