I 7 identikit del capo, e le “istruzioni per l’uso”

All’ottimismo dello scrittore e psicologo Adam Grant, che dalle pagine dell’Economist si dice convinto che dopo la pandemia boss e company faranno scelte più etiche, si contrappongono i manuali di auto aiuto per dipendenti vessati dai capi. Fra questi, il nuovo Capi, colleghi, carriere. Questi sconosciuti, scritto dall’esperto di finanza Marco Morelli e del fumettista Lelio Bonaccorso. Il testo di Morelli spiega che i capi non sono tutti uguali, e ne tratteggia 7 figure tipiche. Dal boss vulcanico all’introverso, dall’amico di tutti allo chef, ognuno ha i suoi punti di forza e debolezza, che diventano vere proprie istruzioni per l’uso.

Il boss visionario e l’arrogante

Per il boss visionario il bicchiere è sempre mezzo pieno. Guarda sempre avanti, e riesce a creare team con i quali si comporta da guida spirituale. Ma tende a essere dispersivo, soffre le regole, e rischia di mandarvi in tilt. Con lui bisogna seguire i suoi input cogliendone spunti di vera novità, e riportarlo con i piedi per terra con riflessioni ponderate, riferisce Ansa. L’arrogante, invece, non sbaglia mai. È presuntuoso e altezzoso, si sente infallibile e lascia poco spazio agli altri. E impulsivo e accetta solo pochissimi eletti tra i suoi subordinati. Come fare? L’arroganza nasconde spesso timidezza e incapacità. Mantenetevi fuori dal suo radar, attivatevi solo su sua richiesta, ma il vostro lavoro deve essere sempre impeccabile. Questa l’unica arma per contenere chi è meno capace di voi.

Il coccodrillo e l’amicone

Poco esposto, il coccodrillo sta soprattutto chiuso nella sua stanza e quando gira per le postazioni lo fa in silenzio, osservando tutto. Riaffiora all’improvviso, convoca riunioni a sorpresa in cui interroga più che condividere. Forte e tenace, non tollera e annienta chi lavora con lui. Come interagire? Schivate i colpi che potrebbero disintegrare l’autostima, state a debita distanza e agite seguendo i suoi ritmi, assimilando forza, resilienza e resistenza. L’amicone invece si presenta come alleato e confidente, ed è anche simpatico. Può sembrare superficiale, ma non lo è. Non sottovalutatelo. La sua empatia spesso nasconde il desiderio di evitare critiche. Il segreto con lui è non andarci a pranzo, ma allinearsi al suo stile comunicativo, presentando idee e proposte, o lamentele, solo nei momenti non formali.

Agonista, chef stellato, o incapace?

L’agonista primeggia in tutto. Esige ordine, disciplina e metodo. Se non arriva sul podio entra in uno stato di autocommiserazione, e dubita di tutto e di tutti.

Siate reattivi e allenati, e quando dopo l’euforia è colto da delusioni dategli supporto e dettagli per programmare l’attività. Lo chef stellato si considera un vero artista, ricerca l’originalità. Convinto delle sue idee, il team deve seguire i suoi input: mai modificare gli ingredienti. Però è anche un capo riconoscente, e se avete cucinato bene, vi valorizzerà. Con lui mettete da parte le ambizioni, solo così potrete proporre nuove idee. E l’incapace? Il mondo ne è pieno: a qualcuno fanno comodo. Dovete solo dare una mano e sperare che cambi.