Nel 2023 aumenta il numero delle pubblicazioni sul web e sui social da parte degli organi di informazione: +1,3% su Facebook, +4,3% su Instagram e addirittura +351% su TikTok. Solo X (ex Twitter) è in flessione (-7,3%). È quanto emerge dal report L’estate dell’informazione italiana sul web – Temi, notizie e reazione degli utenti, realizzato dall’Osservatorio Editoriale di SocialData in collaborazione con SocialCom, Jump e Kleos. Secondo il report, nell’estate 2023, a fronte di un decremento del numero totale di pubblicazioni (-7%), i social segnano +8% di interazioni, ovvero reazioni, commenti, condivisioni. In particolare, +360% su TikTok, +32,6% Instagram, +41,5% Twitter. Aumenta anche il numero dei follower sui canali social delle testate (+300% TikTok, +13,3% Instagram, +10% Twitter), e la preferenza da parte degli utenti è per un’informazione sempre più visual e meno testuale.

Il politico più citato?

Dal 1 giugno al 15 settembre Giorgia Meloni è la politica italiana più citata (2.367), e al tempo stesso quella sulla quale si concentra il maggior numero di discussioni (352.000). Tra le notizie di politica più discusse, le decisioni prese in Consiglio dei ministri, la politica estera e il cambiamento climatico, mentre la morte di Silvio Berlusconi è stata la notizia in assoluto più discussa dagli utenti, seguita dalla vicenda di Giulia Tramontano e dalla scomparsa prematura di Michela Murgia. Nella classifica delle notizie più pubblicate domina invece la guerra in Ucraina (4.900), seguita dall’emergenza migranti (3.800) e la scomparsa di Silvio Berlusconi (3.217).

Migranti e sbarchi, picco conversazioni negli ultimi 10 giorni

Il tema dei migranti, in particolare degli sbarchi, ha registrato un deciso picco di conversazioni negli ultimi dieci giorni. Il sentiment registrato è negativo per il 64% delle conversazioni. Nelle pubblicazioni e nei relativi commenti social sono il blocco navale e il Governo gli argomenti più citati.
Il libro del generale Vannacci è invece stato uno dei casi dell’estate anche sul web. Il sentiment registrato sulla vicenda nel suo complesso è negativo al 54%. Dopo un picco iniziale registrato nella seconda metà di agosto, l’interesse sul tema sta progressivamente scendendo, superato da altri argomenti di attualità.

Dai femminicidi al calciomercato: i casi più discussi

Tra gli altri temi, quello dei femminicidi ha registrato un interesse costante, con un picco nella prima parte di settembre dovuto a vari episodi di cronaca. Sul tema si registra un sentiment fortemente negativo (71%), riferisce Adnkronos. Molta indignazione in rete hanno generato anche i fatti di Caivano. Al centro delle conversazioni soprattutto lo stato delle cugine vittime delle violenze, ma anche gli interventi del Governo e la figura di Don Patriciello. Quanto alle notizie sportive, la squadra di calcio più citata e discussa è il Milan, seguita da Inter, Roma, Juventus e Napoli.  Tra i calciatori le notizie più frequenti hanno invece riguardato Lukaku, Vlahovic, Osimhen e Bonucci, tutte riferite ai movimenti di calciomercato.

Parola di algoritmo: la parità di genere è il primo fra gli obiettivi di sostenibilità delle imprese italiane. Lo attesta un recente studio condotto da InfoCamere in collaborazione con Values 20, la comunità di esperti internazionali nata per supportare il tema dei valori delle politiche pubbliche nell’ambito del G20. L’analisi è stata realizzata grazie alla sperimentazione di un algoritmo, basato sul machine learning applicato alle dichiarazioni contenute nell’oggetto sociale delle imprese, per cercare somiglianze testuali con i singoli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg).

Inclusione, diversità, pari opportunità al centro della vision aziendale

In assenza di criteri condivisi di riconoscibilità dell’impegno sulla sostenibilità, lo studio ha provato a sfruttare la potenza dell’Intelligenza artificiale per disegnare il profilo di un fenomeno di crescente rilevanza, ma ancora difficilmente quantificabile. La certificazione sulla parità di genere è uno degli strumenti più importanti attraverso cui le aziende manifestano una partecipazione attiva verso la cultura dell’inclusione, della diversità e delle pari opportunità. Temi sempre più al centro della vision aziendale negli ultimi anni. In particolare, nell’ambito dell’impegno verso gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Ma il greenwashing riguarda anche il gender gap

Cresce quindi a livello globale la consapevolezza dell’impatto esercitato dalle attività umane e dai modelli sociali ed economici sulla qualità della vita. Dal punto di vista delle imprese, anche sulla spinta di una maggiore competitività e del rafforzamento del rapporto con clienti e consumatori, si è ampliata la schiera delle realtà che riconoscono l’importanza di improntare la propria attività a principi di sostenibilità riconosciuti e riconoscibili. Al punto che anche sui temi della sostenibilità si è sviluppato il fenomeno del greenwashing, il tentativo di migliorare l’immagine pubblica tramite la presentazione distorta o esagerata di pratiche sostenibili, tra cui anche i divari di genere.

Una certificazione per le imprese “paritarie”

A luglio 2021 il governo italiano ha varato una Strategia Nazionale per la Parità di genere, nel cui ambito uno degli strumenti principali è la certificazione, introdotta con l’obiettivo di migliorare la possibilità per le donne di accedere al mercato del lavoro e a ruoli di leadership. Per le imprese la certificazione rappresenta una delle iniziative centrali all’interno del PNRR per il raggiungimento dell’obiettivo trasversale della parità di genere e per il sostegno all’empowerment delle donne.
In questo quadro, l’impegno delle imprese si sviluppa sempre più spesso sul fronte del work-life balance e del welfare, creando le condizioni per un ambiente di lavoro più attrattivo, e in linea con le aspettative delle persone che vi lavorano.

Il fenomeno dei nomadi digitali, individui che scelgono di lavorare da diversi luoghi spinti dalla ricerca di indipendenza, sta avendo impatti significativi non solo sulla vita di coloro che abbracciano questa modalità, ma anche sulle aziende e le destinazioni che li accolgono. Questo nuovo modo di lavorare ha aperto nuove opportunità per le imprese nella ricerca di talenti oltre i confini tradizionali, grazie alla libertà di selezionare candidati con le competenze “perfette” senza restrizioni geografiche.

La sicurezza è un caposaldo

Nonostante le possibilità offerte dal nomadismo digitale, le aziende devono affrontare le sfide legate alla sicurezza informatica, considerando l’ampio uso della tecnologia da parte dei nomadi digitali. Tuttavia, maggiore flessibilità non comporta necessariamente minore sicurezza. Soluzioni di sicurezza avanzate consentono alle aziende di proteggersi da potenziali minacce cibernetiche in un contesto di crescente complessità.

“Connesso e protetto”

Il concetto di “se è connesso è protetto” di Cisco assume un ruolo cruciale in questo contesto. Ma i benefici del nomadismo digitale non sono solo per le aziende e i dipendenti; anche le destinazioni si avvantaggiano. Il modello di lavoro ibrido può rivitalizzare l’economia locale, offrendo opportunità per affrontare le sfide turistiche e attrarre investimenti e talenti.
Ad esempio, la Grecia potrebbe beneficiare di 1,6 miliardi di euro grazie ai nomadi digitali, mentre Ponga, Spagna, offre incentivi finanziari a chi si trasferisce lì. L’Italia promette addirittura 30.000 euro per chi si stabilisce in alcune città rurali. Aziende come Cisco stanno già sperimentando programmi di lavoro nomade in diverse località, fornendo tecnologie per il lavoro a distanza e contribuendo all’innovazione locale.

I vantaggi 

Il vantaggio per i nomadi digitali che si integrano in queste comunità è la possibilità di contribuire all’economia locale e godere di un ambiente che valorizza le loro competenze. Diventare un nomade digitale apre porte all’individuo, alle aziende e alle comunità, attrarre talenti, aumentare la produttività e permettere alle città di abbracciare il digitale per creare nuove opportunità inclusive.
In sintesi, il nomadismo digitale sta ridefinendo il concetto di lavoro e di vita, consentendo alle aziende di reclutare talenti in modo più flessibile, alle destinazioni di rinvigorire le proprie economie e ai nomadi digitali di contribuire attivamente e beneficiare delle comunità che li ospitano. Questo nuovo paradigma offre prospettive di crescita, innovazione e connessione globale senza precedenti.

Nel 2023 il 62% delle imprese italiane conosce bene il concetto di economia circolare, e ha acquisito consapevolezza sui vantaggi concreti degli investimenti in progetti di sostenibilità, anche dal punto di vista industriale. Segnale di come la circolarità sia sempre più percepita come un elemento essenziale dal tessuto industriale italiano. E l’incremento degli investimenti in questo ambito dimostra come le imprese inizino a credere nell’utilità dell’economia circolare. Lo conferma l’Osservatorio CleanTech, ‘Sostenibilità Ambientale, Economia Circolare ed Efficienza Energetica nelle Pmi e nelle Grandi Imprese’, condotto da Eumetra per conto di Innovatec e Circularity.
Quasi 2 aziende su 3 dichiarano infatti che gli investimenti ‘circolari’ hanno generato un maggiore ritorno economico.

Le grandi imprese investono di più

Non solo: il 50% delle aziende ha migliorato anche la propria reputazione e il 33% ha ottenuto un vantaggio competitivo rispetto ai competitor. Nei prossimi anni, il 44% delle aziende ha intenzione di investire ancora di più in progetti di sostenibilità, e il 37% in progetti di economia circolare.
Ma se in un anno raddoppiano le imprese italiane che hanno investito nell’economia circolare, il dato resta ancora basso: 16% nel 2023 contro il 9% del 2022. Il dato è significativamente più alto nelle grandi imprese (40%), e gli investimenti riguardano soprattutto l’approvvigionamento di materiali riciclati (64%) e il riciclo di scarti di produzione (61%). Solo il 14% degli investimenti è destinato a progetti di simbiosi industriale.

La mancanza di competenze è l’ostacolo principale

L’Osservatorio si focalizza anche sulle barriere che bloccano gli investimenti. Per quasi la metà delle imprese intervistate (47%) è la mancanza di competenze in azienda a ostacolare l’impegno verso la sostenibilità. Un dato che risulta in crescita rispetto al 36% rilevato lo scorso anno. Inoltre, per il 41% delle imprese la normativa è ancora troppo complicata (nel 2022 lo dichiarava il 16% delle imprese), a maggior ragione sui temi della circolarità. La tecnologia non sembra invece essere un problema: ne lamenta la mancanza solo il 12% del campione.

Strumenti digitali per le imprese verso la circolarità

Ai fini della promozione dell’economia circolare lo sviluppo di piattaforme digitali assume un ruolo fondamentale, consentendo ai diversi attori coinvolti di collaborare per estendere il ciclo di vita dei prodotti. L’innovazione digitale rappresenta uno dei principali punti di forza della nuova versione della Circularity Platform, la piattaforma tecnologica lanciata nel 2018 che attiva e facilita la collaborazione tra aziende in ottica di simbiosi industriale. Questo, grazie all’applicazione di modelli di calcolo avanzati di elaborazione di dati, che classificano gli operatori in base a parametri ambientali e sistemi di geo-localizzazione per consentire la tracciabilità dell’intera filiera dei rifiuti, dei sottoprodotti e dei materiali end of waste.

Nel 2022, il 96% dei giovani tra i 16 e i 29 anni dell’Unione Europea ha dichiarato di utilizzare Internet quotidianamente, rispetto all’84% della popolazione adulta. L’uso giornaliero di Internet tra i giovani è stato superiore al 94% in tutti i paesi dell’UE. Le percentuali più basse sono state registrate in Italia e Bulgaria, entrambe al 94%, mentre le più alte sono state raggiunte in Irlanda al 100% e in sette paesi dell’UE al 99% o al 100%: Malta, Lussemburgo, Portogallo, Repubblica Ceca, Lituania, Slovenia e Lettonia.

Nel Nord Europa over e under “navigano” allo stesso modo

Sebbene i giovani abbiano riportato un elevato utilizzo quotidiano di Internet in tutti i paesi, si è riscontrata una maggiore variazione tra gli utenti adulti. In media, la differenza tra la percentuale di giovani e adulti che utilizzano Internet quotidianamente nell’UE era del 12%. Nei Paesi Bassi, Svezia, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Belgio e Lussemburgo, questa differenza non superava il 7%.
Alcuni paesi dell’UE hanno riportato un alto utilizzo quotidiano di Internet tra i giovani, ma con una differenza significativamente maggiore rispetto agli adulti: Croazia e Grecia (entrambe con una differenza del 21%), Portogallo e Bulgaria (entrambe con una differenza del 19%), Polonia e Romania (entrambe con una differenza del 18%).

I ragazzi usano Internet per i social

La maggior parte dei giovani utilizza Internet, ma quali sono stati alcuni dei principali utilizzi nel 2022 e come sono cambiati nel tempo? Secondo i dati, nel 2022 l’84% dei giovani ha utilizzato Internet per partecipare ai social network. Tra le attività elencate, questo è stato l’utilizzo preferito di Internet da parte dei giovani dal 2014, con dati che variano leggermente ma rimangono a livelli elevati. Altri utilizzi principali sono stati la lettura di notizie online (68%) e le operazioni bancarie online (64%).

Home banking, informazione e corsi on line 

L’uso di Internet per le operazioni bancarie è in costante aumento dal 2014 (45% dei giovani), mentre la lettura di notizie online ha raggiunto il picco nel 2020 (73%) e successivamente ha perso slancio, con una diminuzione del 5% rispetto all’anno precedente.
A causa della pandemia di Covid-19, molte attività hanno registrato un aumento significativo, specialmente per quanto riguarda l’utilizzo di Internet per i corsi online. Questo utilizzo è passato dal 13% nel 2019 al 35% nel 2021. Tuttavia, nel 2022, la percentuale è scesa al 28%, anche se rimane molto superiore rispetto al 2019. Nel 2022, solo il 23% dei giovani ha utilizzato Internet per partecipare a iniziative civiche o politiche, un’attività che ha registrato un leggero aumento dal 2015.

Gli iPhone insieme ai loro codici di accesso sono nel mirino dei ladri. E se si parla spesso dell’importanza di password forti e uniche, stringhe alfanumeriche usate per proteggere gli account online, è il passcode, la breve sequenza di numeri utilizzata per sbloccare lo smartphone, a presentare una vulnerabilità unica. Un recente aggiornamento di Apple non risolve però il problema. L’azienda ha infatti introdotto la possibilità di utilizzare chiavi di sicurezza hardware, piccoli dongle USB, per proteggere l’ID Apple.
Ma nei test condotti dal Wall Street Journal, le chiavi di sicurezza non hanno impedito la modifica dell’account utilizzando solo il codice di accesso. E il codice di accesso stesso poteva perfino essere utilizzato per rimuovere le chiavi di sicurezza dall’account. Come fare quindi per proteggere il dispositivo e i dati che contiene?

Come “nascondere” il codice di accesso al dispositivo

Non è sempre possibile evitare il furto del dispositivo, ma è possibile rendere più difficile ai ladri l’accesso ai dati sul dispositivo. Prima di tutto, coprire lo schermo in pubblico. Secondo le forze dell’ordine, i ladri escogitano modi intelligenti per imparare i codici di accesso delle persone, tra cui filmarle da lontano. Quando si è in giro, affidarsi a Face ID o Touch ID ogni volta possibile, per evitare che il codice di accesso venga spiato.
Nel caso in cui si debba digitarlo, trattare il codice di accesso come il PIN di un bancomat. Non digitare mai il codice davanti a estranei. Inoltre, rafforzare il codice di accesso. Utilizzare almeno sei cifre e renderlo complesso. Non più 1-2-3-4. I codici di accesso più lunghi sono più difficili da ‘scalfire’.

È possibile attivare protezioni aggiuntive

Nelle impostazioni di Display e luminosità, impostare il blocco automatico su 30 secondi, il tempo più breve possibile, in modo da non lasciare il telefono sbloccato per troppo tempo. Attivare poi una protezione aggiuntiva. Alcune app, come Venmo, PayPal e Cash App, consentono di aggiungere un codice di accesso. Basta non usare lo stesso dell’iPhone. E magari utilizzare un gestore di password di terze parti, come 1Password o Dashlane, che offrono l’autenticazione biometrica, ma richiedono una master password separata in caso di fallimento.

In caso di furto dello smartphone agire tempestivamente

Inoltre, eliminare le scansioni di informazioni sensibili. Se si ha bisogno di copie digitali di documenti sensibili, utilizzare l’archiviazione sicura dei file in un gestore di password di terze parti. 
E se vi rubano l’iPhone, agite rapidamente, avverte Agi. Accedete a iCloud.com su un altro dispositivo prima possibile e fate clic su Trova dispositivi per cancellare il telefono da remoto. Quindi, chiamate il vostro operatore telefonico o recatevi in un negozio per disattivare la SIM del telefono rubato, in modo che il ladro non possa ricevere i codici di verifica. E ricordare di accedere agli account sensibili, come Google, Venmo e Amazon, per cambiare le password e revocare l’accesso dal dispositivo rubato.

Le certificazioni ISO, tra cui ISO 9001, ISO 14001 e ISO 45001, sono strumenti fondamentali per dimostrare l’impegno delle aziende verso la qualità, l’ambiente e la sicurezza sul lavoro. Queste certificazioni internazionali rappresentano un riconoscimento globale dell’attenzione dedicata da un’impresa agli standard di gestione in questi ambiti.

Obiettivo qualità

L’ISO 9001 è un sistema di gestione della qualità ampiamente utilizzato in tutto il mondo. La certificazione si concentra sull’implementazione di processi ben definiti e sulla gestione efficace della qualità dei prodotti o servizi offerti da un’azienda. Le aziende certificate devono adottare un approccio sistematico per soddisfare le esigenze dei clienti e migliorare costantemente i loro processi, compresa l’identificazione dei rischi e delle opportunità, la misurazione delle prestazioni e l’attuazione di azioni correttive. I benefici dell’ISO 9001 includono un miglioramento della soddisfazione del cliente, un’efficienza operativa ottimizzata e una maggiore competitività sul mercato globale.

Attenzione all’ambiente

La certificazione ISO 14001 si concentra sulla gestione ambientale delle aziende. Aiuta le organizzazioni a identificare, monitorare e controllare gli impatti ambientali delle loro attività, promuovendo un approccio responsabile nei confronti dell’ambiente. Le aziende certificate devono sviluppare un sistema di gestione ambientale che comprende l’analisi degli impatti ambientali, il rispetto delle normative ambientali e l’impegno per il miglioramento continuo delle performance ambientali. I vantaggi dell’ISO 14001 includono una riduzione dell’impatto ambientale, la conformità normativa e un miglioramento dell’immagine aziendale.

Salute e sicurezza sul lavoro

L’ISO 45001 è una certificazione incentrata sulla gestione della salute e sicurezza sul lavoro. Fornisce un quadro per identificare e gestire i rischi relativi alla salute e sicurezza dei lavoratori, promuovendo un ambiente di lavoro sicuro e sano. Le aziende certificate devono adottare un approccio basato sul rischio per identificare e mitigare i pericoli, fornire formazione ai dipendenti e stabilire procedure per la gestione delle emergenze. I vantaggi dell’ISO 45001 includono la prevenzione degli incidenti sul lavoro, la conformità legale e il coinvolgimento attivo dei dipendenti nella gestione della salute e sicurezza.

Una dimostrazione dell’impegno delle imprese

In conclusione, le certificazioni ISO 9001, ISO 14001 e ISO 45001 sono strumenti fondamentali per dimostrare l’impegno delle aziende verso la qualità, l’ambiente e la sicurezza sul lavoro. Oltre a offrire vantaggi specifici per ciascuna area, queste certificazioni migliorano la reputazione dell’azienda e la rendono più competitiva. Per queste ragioni, sottolineano gli esperti di Qualifica Group, vale la pena valutare seriamente l’implementazione delle certificazioni ISO pertinenti.

Uno studio realizzato da Bva Doxa per Invesco ha coinvolto quattro generazioni di italiani, Boomers (56-67 anni), GenerazioneX (35-55 anni), Millennials (25-34 anni) e GenZ (18-24 anni) per metterle a confronto sui temi chiave del presente e del futuro. Oggi, nonni, genitori, figli e nipoti sono accomunati da un forte senso di incertezza, in misura maggiore dai 25 anni in su, meno i GenZ,
Molto preoccupati per l’attuale instabilità economica e sociale, i timori degli italiani emergono ancora di più quando si parla delle ripercussioni future dell’attuale situazione generale. Posizione condivisa da tutte le generazioni, ma più marcata tra GenZ e Boomers. Tra i temi prioritari, per tutte le generazioni al primo posto c’è il costo della vita (63%), al secondo il sistema sanitario (57%), poi ambiente, società e governance (56%).

Salute, reddito, sostenibilità sono prioritari

Nella classifica di quanto ritenuto più importante, la salute è al primo posto per tutte le generazioni, seguita dall’avere un reddito sufficiente per le proprie esigenze (GenX e Boomers) e dall’equilibrio tra vita professionale e privata (Millennials e GenZ). La sostenibilità rimane per tutti un valore importante. Che il futuro del pianeta dipenda da scelte sostenibili, nessuno lo nega. Tutti d’accordo che intervenire sarà vitale, ma serpeggiano demotivazione e disillusione, in quanto i comportamenti del singolo vengono percepiti come insufficienti. Il compito spetta ai ‘massimi sistemi’: Governi, industrie, la Legge. Solo la GenZ vuole essere coprotagonista.

Sfiduciati da società, lavoro, Stato e finanza  

Le istituzioni in genere non godono di grande stima da parte degli intervistati, che considerano famiglia e amici molto più importanti e appaganti, mentre il maggiore scontento si registra verso lavoro/studio, la società, il ruolo delle aziende private e lo Stato italiano, all’ultimo posto.
A sorpresa, i più soddisfatti di società/istituzioni sono i GenZ. La mancanza di fiducia coinvolge anche le istituzioni finanziarie. La materia finanziaria resta lacunosa, distante e acuisce il senso di smarrimento, facendo sentire gli intervistati indecisi, vulnerabili e fragili.

Nel presente è difficile rinunciare agli standard di vita

Ma qual è il legame tra presente e futuro? I concetti di oggi e domani sono strettamente correlati: allo standard di vita presente non si vuole rinunciare, e quello che un tempo era ‘superfluo’ ora è parte integrante della quotidianità. L’idea di sacrificio e rinuncia quasi scompare dal vocabolario, anche per i genitori. E per i Boomers è ormai una parola antica e svuotata. Il futuro è fatto di obiettivi definiti e non troppo lontani e viene identificato nel breve termine (7 anni). Per quanto riguarda il progresso e la dimensione digitale, l’atteggiamento di tutte le generazioni è aperto, senza particolari resistenze ideologiche. In particolare, apprezzano l’Intelligenza artificiale, ma si dimostrano ancora incerte sul Metaverso.

Il 2022 ha segnato un vero e proprio boom delle bici elettriche, tanto che sul portale italiano di idealo tra i 10 prodotti più cercati nella categoria ‘bici & accessori’ 7 erano differenti modelli di e-bike.
Quest’anno, invece, come emerge da un’indagine del portale di comparazione prezzi, le ricerche relative alle biciclette elettriche hanno registrato una decrescita del 7%. Forse perché, complice l’inflazione, l’acquisto online di nuove biciclette ha registrato un rallentamento di cui ha beneficiato il settore ricambi bici, che al contrario, sta vivendo un periodo d’oro. 

Forcelle, gruppi completi, batterie per bici elettriche a +200%

Nel corso degli ultimi 12 mesi infatti solo l’11% di quanti hanno fatto ricerche online nel settore bike cercava in realtà una bici nuova, a fronte del 37% che cercava ricambi o accessori per la propria bici.
Non è un caso che nella top 20 dei prodotti che hanno registrato la maggiore crescita di interesse nel corso degli ultimi 12 mesi, siano solo due le biciclette (da corsa e mountain bike), a fronte di dodici accessori deputati alla riparazione. In dettaglio, forcelle, gruppi completi e batterie per bici elettriche, che hanno registrato un boom di oltre il 200% rispetto all’anno precedente, reggisella (+83%), attrezzi per la riparazione (+59%), carrelli per bici (+51%), ciclo computer (+50%), lucchetti (+50%), pedali (+36%) e copertoni (+35%).

L’inflazione intacca i prezzi di listino

Negli ultimi due anni, riferisce Ansa, il settore dei ricambi e quello degli accessori per le bici hanno segnato un aumento di interesse rispettivamente di oltre il 25%, a fronte di una diminuzione dell’1% legato al comparto biciclette vero e proprio.
In questo, non va sottovalutato il ruolo dell’inflazione, che nell’ultimo biennio ha intaccato i prezzi di listino delle biciclette. In media, una bici per bambini nel 2023 è costata circa il 23% in più rispetto all’anno precedente, una bici da città il 10% in più, mentre una bici da corsa e una elettrica il 6% in più. Inoltre, complice la crescita di domanda, anche il settore ‘ricambi e accessori per bici’ ha segnato prezzi più alti, in alcuni casi anche di oltre il 20%.

I quartieri più amati dai ciclisti di città 

Ma muoversi in modo sostenibile resta una priorità per gli italiani, soprattutto all’interno delle grandi città. Immobiliare.it ha indagato quali quartieri cittadini sono più ambiti dai ciclisti, e ha scoperto che al primo posto si trova il milanese Affori, Bovisa, al secondo il Centro di Torino, e al terzo ancora il milanese Città Studi, Susa. Appena sotto il podio, si piazzano due quartieri romani, Eur, Torrino, Tintoretto, mentre Talenti, Monte Sacro, Nuovo Salario sono in quinta posizione. Compare anche Bologna, ma soltanto al settimo posto con Bolognina, Corticella, Pescarola.

L’evoluzione dei media plasma e trasforma le nostre esperienze, e le emozioni sono la fucina di questa trasformazione. Con l’emergere della realtà phygital le cyberemozioni segneranno la trasformazione dell’esperienza soggettiva, influenzando in modi nuovi, e ancora in parte impredicibili, i nostri comportamenti.
Ne sono convinti Andrea Gaggioli, ordinario di Psicologia generale Dipartimento di Psicologia Università Cattolica, campus di Milano e direttore Centro studi e ricerche di psicologia della comunicazione (PsiCom), e la professoressa Alice Chirico (PsiCom), che hanno pubblicato un editoriale sulla rivista Cyberpsychology, Behaviour and Social Networking, issue.
“Grazie alla crescente integrazione di realtà virtuale, realtà aumentata e intelligenza artificiale nel tessuto della nostra esistenza – spiegano Gaggioli e Riva -, potremmo sperimentare nuove forme di emozioni che non avevamo mai provato prima”.

La “natura virtuale” rende più inclini a difendere il pianeta

Queste nuove esperienze emotive che emergono dall’interazione con i mondi phygital potrebbero quindi sviluppare nuovi modi di espressione, comunicazione e comprensione delle emozioni altrui.
Ad esempio, se viviamo la natura, anche in modo virtuale, e sperimentiamo un senso di profonda meraviglia di fronte a essa, diveniamo più inclini a difendere il pianeta.
Lo studio ha quindi esaminato l’impatto ecologico di due scenari naturali in realtà virtuale (una foresta e un parco brullo), uno scenario non legato alla natura, ma in grado di indurre meraviglia (la visione della Terra dallo spazio), e un ambiente neutro dal punto di vista emotivo, raffigurante una stanza.
“Per misurare gli effetti delle esperienze virtuali abbiamo preso in esame due comportamenti”, spiegano i ricercatori: firmare o meno una petizione reale contro la produzione di imballaggi in plastica o prendere volantini relativi alla petizione da condividere poi con altre persone.

La profonda “meraviglia” e il coinvolgimento sociale

I risultati hanno evidenziato che sebbene tutti gli ambienti naturali simulati promuovano comportamenti a favore dell’ambiente, solo quello in grado di indurre profonda meraviglia porta le persone a prendere un maggior numero di volantini contro la produzione della plastica.
“Questi risultati riconfermano il ruolo chiave dell’esposizione ad ambienti naturali in realtà virtuale nel promuovere comportamenti ecologici – afferma Chirico, come riporta Adnkronos -, sottolineando il valore aggiunto di un ambiente naturale in grado di suscitare profonda meraviglia nel sostenere un maggiore coinvolgimento sociale verso la tutela dell’ambiente”.

Le cyberemozioni aiutano a comprendere meglio gli stati affettivi umani

“Le cyberemozioni, ovvero le emozioni generate e sperimentate in ambienti virtuali come la realtà virtuale, offrono opportunità uniche per comprendere meglio il funzionamento degli stati affettivi umani e per sviluppare nuovi approcci terapeutici, educativi e di sensibilizzazione – commentano Riva e Gaggioli -. Il futuro dello studio delle emozioni virtuali appare promettente e ricco di scoperte entusiasmanti, che potrebbero avere un impatto significativo sulla nostra comprensione delle emozioni umane e sulla qualità della nostra vita”.