Emerge dalla nona edizione del Kids Marketing Forum 2024, “Raccontami il Futuro”, organizzato da BVA Doxa e MLD Entertaiment. Il valore al consumo dei mercati riconducili al mondo Family è circa 7 miliardi di euro, ma la stabilità rispetto al 2022 (+0,47%) è solo apparente.
Alcuni mercati segnano una forte crescita, come il cinema (+65% vs 2022), mentre altri sono in sofferenza, come il mercato edicola (-10%).

I dati sugli investimenti media riflettono poi una crescente spinta verso il digitale rispetto ai mezzi tradizionali, anche considerando i soli ambiti ‘kids’.  Al contempo, si prevede una crescente importanza degli influencer e i creatori di contenuti nel plasmare le strategie di comunicazione e marketing.

Le strategie comunicative devono evolvere

La crescita significativa dell’area digitale ha trasformato radicalmente il panorama della comunicazione, imponendo alle aziende di rivedere le strategie per coinvolgere efficacemente i nativi digitali.
Una riflessione sul futuro della comunicazione nell’era digitale induce a enfatizzare un approccio al tempo stesso innovativo, etico e responsabile. Le strategie comunicative devono evolvere, come dimostrato dal mondo dei Tiktokers e dall’uso creativo dell’A.

Il consumo televisivo continua però a essere un punto di ingresso importante. Da non  sottovalutare che la metà dei contenuti tv fruiti dai 14-26enni viaggia su canali diversi dal lineare,  in streaming e per lo più con l’utilizzo di device mobili.
Tra gli elementi che introducono discontinuità vi è l’uso di ChatGPT, diverso a seconda dell’età, ma tutt’altro che trascurabile, e utilizzato dal 29% dei 12-15enni, il 32% dei 16-18enni, il 52% dei 19-26enni.

Il ruolo delle mamme come opinion leader

Accanto a giovani e giovanissimi da coinvolgere e interessare, parlando di famiglia, non si deve trascurare il ruolo fondamentale delle mamme. Responsabili d’acquisto, key opinion leader, influencer, rappresentano un ‘hub’ decisionale unico da cui dipende la maggior parte degli acquisti per la famiglia.

Ma le nuove generazioni sono accomunate da una serie di caratteristiche, non sempre favorevoli alla comunicazione,  come scarsa attenzione ai messaggi pubblicitari classici, predilezione per il “qui e ora”, ma anche una forte capacità di appassionarsi a ciò che viene presentato con narrative dalla forte risonanza.
Il prodotto rimane però al centro degli interessi (67% dei casi), a discapito della storia raccontata (31%).

La sfida della GenZ

La Gen Z sfida i metodi tradizionali di marketing, preferendo brand che riflettono trasparenza e autenticità. I giovani cercano un legame emotivo con i marchi, che possono essere costruiti riconoscendo e valorizzando le loro passioni e interessi. Un passaggio che li porta a trasformarsi da ‘consumatori’ a ‘fan’.

Dai dati della ricerca di BVA Doxa sul target 14-26 anni, emerge infatti che metà degli intervistati si definisce “fan di qualche cosa”, il 43% “esperto e competente”, e sempre il 43% condivide quella stessa passione con gli amici.
Cornice ideale del loro fanatismo è quella della “cultura pop”, i cui fenomeni vengono apprezzati da un terzo degli intervistati.

La giornata internazionale della felicità, celebrata in tutto il mondo ogni anno il 20 marzo, è stata istituita dall’ONU il 28 giugno 2012 e rappresenta un momento per riflettere sull’importanza della felicità nella nostra vita.
L’esperienza del Covid ha spinto molte persone a rivedere la scala delle proprie priorità e il ‘diritto alla felicità’ oggi è rivendicato anche nella sfera pubblica con molta più enfasi e legittimazione.

Secondo l’ONU la giornata internazionale della felicità ha lo scopo di riconoscere la rilevanza della felicità e del benessere come obiettivi universali e aspirazioni nella vita delle persone in tutto il mondo, sottolineando l’importanza che questi diventino obiettivo dell’azione politica dei governi e dei decisori pubblici.

Preoccupati e stanchi, ma anche speranzosi

Ma quanto sono felici gli italiani e le italiane? E quali sono le principali fonti di felicità?
Secondo l’ultima rilevazione di Ipsos Public Affairs, condotta in occasione della giornata internazionale della felicità, le persone in Italia nel 2024sono complessivamente felici, ma anche molto preoccupate.

La preoccupazione è infatti l’emozione più provata dagli italiani in generale, seguita da stanchezza e speranza.
L’autentica felicità è piuttosto in basso nella classifica, solo per il 4%. Tuttavia, il 57% degli italiani valuta il proprio livello di felicità come almeno sufficiente e solo il 16% si considera gravemente infelice.

Gen Z e Boomers più ottimisti di Millennials e Generazione X

Una moderata serenità, quindi, che però non si distribuisce omogeneamente nella società. Gli uomini sono mediamente più felici, in particolare più speranzosi, ottimisti e sereni, mentre le donne tendono a essere più preoccupate, stanche e confuse.

A livello generazionale, sono più felici i giovani della Gen Z, che si dichiarano più determinati e spensierati della media degli italiani, e i Boomers, mediamente più speranzosi, mentre la Generazione X e soprattutto i Millennials sono decisamente meno felici. Rabbia e apatia caratterizzano i primi, stanchezza, frustrazione e malinconia i secondi.

Relazioni, salute, benessere economico rendono felici 

Le fonti di felicità per gli italiani dipendono principalmente dalla sfera relazionale, e oltre due terzi si dichiara soddisfatto. Salute (65%), qualità del tempo libero (62%) e sfera sentimentale (60%) sono altrettanto importanti. 
Per quanto riguarda la situazione economica i valori di soddisfazione diminuiscono: 54% soddisfatto per le condizioni economiche della propria famiglia, 48% per la situazione nella propria zona e 28% per la situazione economica nazionale.

Nelle aspirazioni degli italiani la triade fondamentale per la felicità è costituita da una buona salute (44%), lo stare bene con la propria famiglia (38%) e non avere preoccupazioni economiche (35%).
Ma una condizione di cattiva salute è considerata la principale minaccia alla felicità decisamente più della povertà economica.

L’intelligenza artificiale è sempre più umana, tanto da “soffrire” di stati assolutamente riconducibili agli umani. Ad esempio, secondo recenti ricerche, l’IA potrebbe incappare in veri e propri stati ansiosi. Un recente studio pubblicato sulla rivista PNAS ha analizzato il comportamento dei più attuali modelli di chatbot IA, in particolare le versioni GPT-3.5-Turbo e GPT-4 sviluppate da OpenAI, rivelando sorprendenti somiglianze con il comportamento umano.

Ai vari modelli di IA sono stati somministrati i test di Turing, che normalmente vengono proposti alle persone.

Menti umane e artificiali a confronto

La ricerca ha coinvolto un vasto campione di oltre 108.000 partecipanti provenienti da più di 50 paesi, confrontando le performance dei chatbot con un database di risposte umane. Utilizzando il questionario OCEAN Big Five per valutare i profili di personalità e sei giochi comportamentali per analizzare tratti come altruismo, equità e avversione al rischio, lo studio ha prodotto risultati sorprendenti. 

Chatbot più inclini alla generosità rispetto le persone 

ChatGPT-4 ha dimostrato di riflettere le medie umane in tutte le dimensioni della personalità, con leggere deviazioni rispetto a ChatGPT-3. Entrambi i chatbot, riferisce Adnkronos, hanno mostrato comportamenti simili a quelli umani, con particolare attenzione all’estroversione e alla nevrosi. Addirittura, i chatbot hanno mostrato una propensione alla generosità e all’equità superiore alla media degli esseri umani.

I giochi comportamentali hanno evidenziato che specie ChatGPT-4 ha spesso superato o eguagliato le performance umane, suggerendo la sua capacità di superare il test di Turing in determinati contesti. In particolare, i comportamenti dei bot si differenziano dai comportamenti umani di base, perchè tendono ad orientarsi più sul lato altruistico, preferendo opzioni di cooperazione. E’ un po’ come se facessero una media dei vantaggi per se stessi e “l’altro”.

Ma si può imparare

Uno degli aspetti più interessanti emersi dallo studio è la capacità dei chatbot di adattarsi e di apprendere sulla base delle esperienze. I chatbot hanno dimostrato la capacità di modificare le proprie strategie in base al contesto e alle esperienze precedenti, comportandosi in modo sorprendentemente simile agli umani.

Questi risultati aprono prospettive innovative sul potenziale delle intelligenze artificiali e sulla loro integrazione nella società. La capacità delle IA non solo di imitare i comportamenti umani, ma anche di apprendere e adattarsi a situazioni diverse solleva importanti questioni riguardo alle decisioni che le IA possono prendere. Per avere risposte ancora più complete sull’Intelligenza Artificiale, non ci resta che aspettare gli esiti di ulteriori test.

Gli europei sono sempre più attenti alla loro privacy on line. Tanto da disattivare i cookie. Lo evidenzia un’indagine di Eurostat condotta nell’Unione Europea nel 2023, che ha rivelato che il 36% delle persone di età compresa tra 16 e 74 anni, che hanno utilizzato Internet nei tre mesi precedenti, ha dichiarato di aver modificato le impostazioni del browser Internet per impedire o limitare l’uso dei cookie. Solo il 21% degli intervistati utilizza un software che riduce la capacità di tracciare le proprie attività online.

I più “discreti” in Finlandia, più rilassati in Italia 

Esistono delle importanti differenze geografiche quando si analizza la volontà dei cittadini a modificare le impostazioni del browser per prevenire i cookie. Ad esempio la Finlandia si è distinta con il 66%, seguita dai Paesi Bassi (56%), il Lussemburgo (47%), la Danimarca (46%) e la Germania (45%). Al contrario, una percentuale inferiore di utenti ha adottato queste misure in Romania e Bulgaria (12%), Cipro (20%), Slovenia (26%) e Italia (27%).

In Belgio, quasi la metà degli utenti (49%) ha adottato software per limitare il tracciamento online, seguiti da Malta (38%), Paesi Bassi e Croazia (entrambi al 32%) ed Estonia (31%). Dall’altra parte della classifica di collocano Cipro (3%), Bulgaria (7%), Romania e Italia (entrambe al 12%) e Lettonia (13%), tutti paesi che mostrano quote più basse di utilizzo di tale software.

Il ruolo dell’età anagrafica sulle decisioni sulla privacy online

I giovani adulti, ovvero la fascia d’età tra i 25 e i 34 anni, registrano la percentuale più elevata (45%) tra coloro che hanno modificato le impostazioni del browser per gestire i cookie. Meno attenti gli utilizzatori del gruppo di età 16-24 anni: di questi il 24% utilizza software per limitare il tracciamento delle attività online.

Il Safer Internet Day e la sensibilizzazione sul tema

La ricerca è stata divulgata in concomitanza con il Safer Internet Day, celebrato il 6 febbraio, e vuole accendere i riflettori sull’importanza di sensibilizzare le persone sulla sicurezza online. I dati evidenziano come la gestione dei cookie e la consapevolezza della privacy online varino tra i paesi dell’UE. Alcune nazioni, infatti, adottano misure più elevate rispetto ad altre.

Anche la fascia di età gioca un ruolo significativo: si scopre che i giovani sono più propensi a prendere in considerazione la gestione “consapevole” dei cookie e a utilizzare software per limitare il tracciamento delle loro attività online.

La nuova ricerca globale, intitolata “Il gioco dei super saldi: chi è il vincitore? Uno studio su come compriamo e paghiamo,” commissionata da Arlington Research per Kaspersky, esplora le opinioni dei consumatori e il loro comportamento d’acquisto durante eventi come il Black Friday e il Cyber Monday.

Secondo l’indagine condotta da Kaspersky, in Europa l’88% degli acquisti avviene spontaneamente durante il Black Friday e il Cyber Monday. In modo inaspettato, i social media giocano un ruolo significativo nei risultati delle vendite, con il 45% dei follower che cerca offerte speciali consigliate dai propri influencer e blogger preferiti.

Le donne più attente degli uomini

La ricerca rivela che a livello globale sono le donne (22%) a essere più attente ai super saldi rispetto agli uomini (17%), e la maggioranza degli intervistati (69%) è disposta ad aspettare questi grandi eventi per ottenere le migliori offerte. Il Black Friday e il Cyber Monday sono diventati appuntamenti di vendita estremamente popolari a livello mondiale, con le vendite online del Black Friday cresciute del 3,5%, raggiungendo i 65,3 miliardi di dollari globalmente nel 2022.

Offerte irresistibili

I risultati evidenziano che la maggior parte dei consumatori non può resistere alle offerte promozionali durante questi eventi e la maggioranza acquista qualsiasi cosa, indipendentemente dalle intenzioni iniziali. In Europa, l’88% degli intervistati acquista spontaneamente in questi giorni, di cui il 50% lo fa spesso o sempre. Blogger, amici e parenti influenzano notevolmente gli acquisti impulsivi, con il 45% dei partecipanti disposto a comprare un prodotto consigliato dai blogger e il 40% a seguire suggerimenti da amici o familiari.

Le donne risultano essere le più propense a fare shopping durante i super saldi, con il 22% che dichiara di fare sempre acquisti impulsivi durante il Black Friday e il Cyber Monday, rispetto al 17% degli uomini. Gli intervistati tra i 25 e i 34 anni si distinguono per l’acquisto spontaneo, con il 23% che afferma di fare sempre acquisti in modo impulsivo durante questi eventi, una percentuale significativamente maggiore rispetto a qualsiasi altro gruppo di età.

Black Friday e Cyber Monday i momenti clou per lo shopping

Per quanto riguarda l’importanza dei grandi eventi promozionali, il 60% degli europei è disposto ad aspettare il Black Friday o il Cyber Monday per ottenere le migliori offerte. Il 64% dei consumatori pianifica in anticipo i propri acquisti prima di questi eventi per sfruttare al meglio sconti e offerte speciali.

Marina Titova, Vice-President, Consumer Product Marketing di Kaspersky, ha commentato che per molti il Black Friday e il Cyber Monday rappresentano un modo eccellente per risparmiare su una serie di acquisti, ma ha sottolineato l’importanza della sicurezza durante lo shopping online. Le soluzioni di Kaspersky, come Kaspersky Premium, sono presentate come assistenti affidabili per la sicurezza dei pagamenti online, proteggendo dati personali e finanziari e avvertendo gli utenti di possibili siti di phishing.

Aumenta la conoscenza da parte degli italiani del concetto di Metaverso, con il 35% della popolazione che si dichiara consapevole del suo significato. Più consapevoli le donne (43%) rispetto agli uomini (57%).
La prima cosa che viene in mente agli italiani pensando al Metaverso è ‘Un universo virtuale, aumentato e parallelo’ (60%), seguita dalla ‘Fusione tra un videogioco e il mondo reale’ (26%) o dal semplice ‘Videogioco’ (14%).

È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio ANGI Ricerche, realizzato in collaborazione con l’istituto demoscopico Lab21.01 in occasione della seconda edizione del Festival del Metaverso. Un evento organizzato a settembre da ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, presso la Nuvola Lavazza.

Per immergersi si usano visori VR, pc, smartphone e tablet

Ancora pochi però sono gli italiani che hanno già fatto un’esperienza immersiva, il 9%, mentre la grande maggioranza degli intervistati dichiara di volerla fare (72%). Ma c’è anche un 11% del campione che afferma la sua contrarietà a provare l’esperienza del Metaverso.

Tra i dispositivi più utilizzati restano saldi in prima posizione i visori VR (43%), seguiti dai personal computer (32%) e dagli smartphone e tablet (23%).

Ambiti e settori “reali” di applicazione secondo gli under 35 

Ancora molto titubanti però gli italiani sugli effetti che potrebbero essere prodotti dal Metaverso. Cinque italiani su 10 non hanno ancora un giudizio assestato sulla possibile incidenza del Metaverso rispetto alle abitudini personali e sociali.

Sulle applicazioni pratiche del Metaverso i giovani under 35 sembrano comunque avere le idee chiare, citando ambiti di impiego quali istruzione e formazione (31%), mobilità, turismo e smart city (24%), rapporti sociali e interpersonali (18%), Pubblica amministrazione e rapporti con il cittadino (16%), ed e-commerce (11%).

Un luogo affascinante, rivoluzionario ma ancora poco sicuro

Ma in che modo il Metaverso rivoluzionerà la nostra società?
I giovani italiani pongono al primo posto la possibilità di abbattere le distanze sociali (29%), seguita dall’incremento di spazi e strumenti tecnologici (21%), dall’opportunità di creare un ambiente gender and age equality (19%), da nuove opportunità di lavoro (17%) e da nuove possibili identità (14%).
Risulta poi sempre molto attraente la possibilità del Metaverso di favorire l’incontro con personaggi famosi, o di visitare luoghi lontani (90%).

Ma al tempo stesso solo 3 italiani su 10 considerano il Metaverso un luogo sicuro.
In particolare, il 65% dei maschi rispetto al 35% delle femmine, il 53% degli under 35, il 29% nella fascia 36-55 anni, e il 18% degli over 65.

Nel 2023 aumenta il numero delle pubblicazioni sul web e sui social da parte degli organi di informazione: +1,3% su Facebook, +4,3% su Instagram e addirittura +351% su TikTok. Solo X (ex Twitter) è in flessione (-7,3%). È quanto emerge dal report L’estate dell’informazione italiana sul web – Temi, notizie e reazione degli utenti, realizzato dall’Osservatorio Editoriale di SocialData in collaborazione con SocialCom, Jump e Kleos. Secondo il report, nell’estate 2023, a fronte di un decremento del numero totale di pubblicazioni (-7%), i social segnano +8% di interazioni, ovvero reazioni, commenti, condivisioni. In particolare, +360% su TikTok, +32,6% Instagram, +41,5% Twitter. Aumenta anche il numero dei follower sui canali social delle testate (+300% TikTok, +13,3% Instagram, +10% Twitter), e la preferenza da parte degli utenti è per un’informazione sempre più visual e meno testuale.

Il politico più citato?

Dal 1 giugno al 15 settembre Giorgia Meloni è la politica italiana più citata (2.367), e al tempo stesso quella sulla quale si concentra il maggior numero di discussioni (352.000). Tra le notizie di politica più discusse, le decisioni prese in Consiglio dei ministri, la politica estera e il cambiamento climatico, mentre la morte di Silvio Berlusconi è stata la notizia in assoluto più discussa dagli utenti, seguita dalla vicenda di Giulia Tramontano e dalla scomparsa prematura di Michela Murgia. Nella classifica delle notizie più pubblicate domina invece la guerra in Ucraina (4.900), seguita dall’emergenza migranti (3.800) e la scomparsa di Silvio Berlusconi (3.217).

Migranti e sbarchi, picco conversazioni negli ultimi 10 giorni

Il tema dei migranti, in particolare degli sbarchi, ha registrato un deciso picco di conversazioni negli ultimi dieci giorni. Il sentiment registrato è negativo per il 64% delle conversazioni. Nelle pubblicazioni e nei relativi commenti social sono il blocco navale e il Governo gli argomenti più citati.
Il libro del generale Vannacci è invece stato uno dei casi dell’estate anche sul web. Il sentiment registrato sulla vicenda nel suo complesso è negativo al 54%. Dopo un picco iniziale registrato nella seconda metà di agosto, l’interesse sul tema sta progressivamente scendendo, superato da altri argomenti di attualità.

Dai femminicidi al calciomercato: i casi più discussi

Tra gli altri temi, quello dei femminicidi ha registrato un interesse costante, con un picco nella prima parte di settembre dovuto a vari episodi di cronaca. Sul tema si registra un sentiment fortemente negativo (71%), riferisce Adnkronos. Molta indignazione in rete hanno generato anche i fatti di Caivano. Al centro delle conversazioni soprattutto lo stato delle cugine vittime delle violenze, ma anche gli interventi del Governo e la figura di Don Patriciello. Quanto alle notizie sportive, la squadra di calcio più citata e discussa è il Milan, seguita da Inter, Roma, Juventus e Napoli.  Tra i calciatori le notizie più frequenti hanno invece riguardato Lukaku, Vlahovic, Osimhen e Bonucci, tutte riferite ai movimenti di calciomercato.

Il fenomeno dei nomadi digitali, individui che scelgono di lavorare da diversi luoghi spinti dalla ricerca di indipendenza, sta avendo impatti significativi non solo sulla vita di coloro che abbracciano questa modalità, ma anche sulle aziende e le destinazioni che li accolgono. Questo nuovo modo di lavorare ha aperto nuove opportunità per le imprese nella ricerca di talenti oltre i confini tradizionali, grazie alla libertà di selezionare candidati con le competenze “perfette” senza restrizioni geografiche.

La sicurezza è un caposaldo

Nonostante le possibilità offerte dal nomadismo digitale, le aziende devono affrontare le sfide legate alla sicurezza informatica, considerando l’ampio uso della tecnologia da parte dei nomadi digitali. Tuttavia, maggiore flessibilità non comporta necessariamente minore sicurezza. Soluzioni di sicurezza avanzate consentono alle aziende di proteggersi da potenziali minacce cibernetiche in un contesto di crescente complessità.

“Connesso e protetto”

Il concetto di “se è connesso è protetto” di Cisco assume un ruolo cruciale in questo contesto. Ma i benefici del nomadismo digitale non sono solo per le aziende e i dipendenti; anche le destinazioni si avvantaggiano. Il modello di lavoro ibrido può rivitalizzare l’economia locale, offrendo opportunità per affrontare le sfide turistiche e attrarre investimenti e talenti.
Ad esempio, la Grecia potrebbe beneficiare di 1,6 miliardi di euro grazie ai nomadi digitali, mentre Ponga, Spagna, offre incentivi finanziari a chi si trasferisce lì. L’Italia promette addirittura 30.000 euro per chi si stabilisce in alcune città rurali. Aziende come Cisco stanno già sperimentando programmi di lavoro nomade in diverse località, fornendo tecnologie per il lavoro a distanza e contribuendo all’innovazione locale.

I vantaggi 

Il vantaggio per i nomadi digitali che si integrano in queste comunità è la possibilità di contribuire all’economia locale e godere di un ambiente che valorizza le loro competenze. Diventare un nomade digitale apre porte all’individuo, alle aziende e alle comunità, attrarre talenti, aumentare la produttività e permettere alle città di abbracciare il digitale per creare nuove opportunità inclusive.
In sintesi, il nomadismo digitale sta ridefinendo il concetto di lavoro e di vita, consentendo alle aziende di reclutare talenti in modo più flessibile, alle destinazioni di rinvigorire le proprie economie e ai nomadi digitali di contribuire attivamente e beneficiare delle comunità che li ospitano. Questo nuovo paradigma offre prospettive di crescita, innovazione e connessione globale senza precedenti.

Il 2022 ha segnato un vero e proprio boom delle bici elettriche, tanto che sul portale italiano di idealo tra i 10 prodotti più cercati nella categoria ‘bici & accessori’ 7 erano differenti modelli di e-bike.
Quest’anno, invece, come emerge da un’indagine del portale di comparazione prezzi, le ricerche relative alle biciclette elettriche hanno registrato una decrescita del 7%. Forse perché, complice l’inflazione, l’acquisto online di nuove biciclette ha registrato un rallentamento di cui ha beneficiato il settore ricambi bici, che al contrario, sta vivendo un periodo d’oro. 

Forcelle, gruppi completi, batterie per bici elettriche a +200%

Nel corso degli ultimi 12 mesi infatti solo l’11% di quanti hanno fatto ricerche online nel settore bike cercava in realtà una bici nuova, a fronte del 37% che cercava ricambi o accessori per la propria bici.
Non è un caso che nella top 20 dei prodotti che hanno registrato la maggiore crescita di interesse nel corso degli ultimi 12 mesi, siano solo due le biciclette (da corsa e mountain bike), a fronte di dodici accessori deputati alla riparazione. In dettaglio, forcelle, gruppi completi e batterie per bici elettriche, che hanno registrato un boom di oltre il 200% rispetto all’anno precedente, reggisella (+83%), attrezzi per la riparazione (+59%), carrelli per bici (+51%), ciclo computer (+50%), lucchetti (+50%), pedali (+36%) e copertoni (+35%).

L’inflazione intacca i prezzi di listino

Negli ultimi due anni, riferisce Ansa, il settore dei ricambi e quello degli accessori per le bici hanno segnato un aumento di interesse rispettivamente di oltre il 25%, a fronte di una diminuzione dell’1% legato al comparto biciclette vero e proprio.
In questo, non va sottovalutato il ruolo dell’inflazione, che nell’ultimo biennio ha intaccato i prezzi di listino delle biciclette. In media, una bici per bambini nel 2023 è costata circa il 23% in più rispetto all’anno precedente, una bici da città il 10% in più, mentre una bici da corsa e una elettrica il 6% in più. Inoltre, complice la crescita di domanda, anche il settore ‘ricambi e accessori per bici’ ha segnato prezzi più alti, in alcuni casi anche di oltre il 20%.

I quartieri più amati dai ciclisti di città 

Ma muoversi in modo sostenibile resta una priorità per gli italiani, soprattutto all’interno delle grandi città. Immobiliare.it ha indagato quali quartieri cittadini sono più ambiti dai ciclisti, e ha scoperto che al primo posto si trova il milanese Affori, Bovisa, al secondo il Centro di Torino, e al terzo ancora il milanese Città Studi, Susa. Appena sotto il podio, si piazzano due quartieri romani, Eur, Torrino, Tintoretto, mentre Talenti, Monte Sacro, Nuovo Salario sono in quinta posizione. Compare anche Bologna, ma soltanto al settimo posto con Bolognina, Corticella, Pescarola.

Se il 47,1% degli italiani acquista settimanalmente qualcosa online, tra chi è ‘offline’ una nutrita schiera di irriducibili ritiene ancora pericoloso acquistare in rete. La prima sfida da vincere per avere successo online perciò è costruire un rapporto di fiducia con l’acquirente.
“Una transazione online – spiega Vendula Cirova, responsabile marketing in Italia per l’e-commerce di lentiamo.it – non offre, per forza di cose, le stesse opportunità di una vendita tradizionale e all’acquirente è chiesto di rinunciare a esercitare un giudizio ‘a pelle’ sull’esercente. In più, online è possibile costruire un sito web dedito alla vendita di prodotti contraffatti, e di conseguenza il consumatore non può sentirsi totalmente protetto da venditori disonesti, il cui obiettivo finale magari è solo quello di sottrarre dati personali, o ancora peggio, quelli della carta di credito”.

La riluttanza verso lo shopping online 

“Questa riluttanza verso lo shopping online, che esiste ancora, non scomparirà mai del tutto, ma certamente negli anni è diminuita grazie a una maggiore capacità di analisi da parte dei consumatori. Infatti, basta veramente poco per individuare gli e-commerce meno affidabili”, aggiunge Cirova.
Il team IT di lentiamo.it ha quindi preparato un vademecum per orientarsi prima di procedere all’acquisto online.
Prima di tutto, analizzare l’url del sito. Basta cliccare sull’icona a forma di lucchetto che precede il link e verificare se la connessione è considerata sicura o meno. Inoltre, esistono strumenti come Google Transparency Report che in pochi secondi certificano la sicurezza dei siti.

Verificare l’attendibilità del sito

Se il business esiste già da qualche tempo e l’attività è legittima, sicuramente online è possibile reperire informazioni utili. In ogni caso, è meglio verificare le recensioni. Se il venditore è corretto, solitamente, è possibile leggere già sulla home page le recensioni raccolte da un servizio esterno certificato. Ma se ‘è troppo bello per essere vero’ probabilmente è una truffa. Online si risparmia, a volte anche tanto, ma se il prezzo del prodotto è incredibilmente più basso rispetto ad altri e-commerce, probabilmente si nasconde una truffa.
Pertanto, ogni e-commerce deve riportare i dati della società, compresa la Partita Iva. Collegandosi al sito dell’Agenzia delle Entrate, ed entrando nella sezione Verifica della partita Iva, è possibile verificare se il numero corrisponde effettivamente alla società proprietaria del sito.

Se un’azienda è seria ha un Customer Care efficiente

Se il dubbio permane, può essere un’idea contattare il servizio clienti. Se il sito è vero e reale il team dedicato all’assistenza risponderà in tempi brevi dipanando ogni incertezza.
“Conquistare la fiducia del consumatore – sottolinea Cirova – prima ancora che questo possa constatare la qualità del servizio è la sfida più importante per chi opera nel mondo dell’e-commerce: se è vero che per perderla basta una sola esperienza negativa, perché si generi un rapporto e si fidelizzi il cliente il cammino è molto più lungo”.