La spesa sotto casa, una (ri)scoperta per 8,6 milioni di italiani

Con la quarantena i milioni di italiani costretti a casa hanno dovuto cambiare le proprie abitudini di consumo e acquisto. Se prima del Covid per fare la spesa in molti preferivano i grandi supermercati e i centri commerciali ora sono più di 8,6 milioni coloro che hanno riscoperto i piccoli negozi sotto casa. Si tratta di una delle evidenza emerse dall’indagine commissionata da Facile.it all’istituto di ricerca mUp Research, in collaborazione con Norstat. Ma secondo l’indagine emerge anche il boom di donazioni e volontariato generato proprio dall’emergenza Coronavirus. Se sono quasi 1,4 milioni (3,2%) gli italiani che in qualche modo hanno aderito a enti o associazioni impegnate nell’emergenza il 14,8% (6.500.000) si è offerto di fare la spesa al posto di anziani o persone in difficoltà.

Negozi di quartiere vs grandi supermercati

Più in particolare, è il 19,7% degli italiani (pari a 8.655.000 persone) ad avere modificato le proprie abitudini di acquisto scegliendo i market sotto casa anziché i centri commerciali o i grandi supermercati. Questo, soprattutto i residenti nei grandi comuni (23,6% fra chi vive nelle città con oltre 250.000 abitanti), al Sud e le Isole (24%), e con età compresa tra i 55 e i 64 anni (24,3%). Quasi un intervistato su 5, il 18,3% (pari a più di 8 milioni), ha cercato di sostenere i negozi del proprio quartiere attraverso le consegne a domicilio, percentuale che sale al 24% fra coloro di età superiore a 54 anni. Ovvero una fetta della popolazione corrispondente a poco meno di 3.150.000 persone.

Boom di donazioni e volontariato

L’indagine ha messo in evidenza come durante la quarantena gli italiani si siano dedicati a sostenere chi era in difficoltà, e lo abbiano fatto in modi diversi, tramite donazioni o volontariato.

Il 17% (7.450.000 individui circa) invece ha contribuito economicamente a raccolte fondi promosse da enti pubblici o soggetti privati, mente il 13,6% (5.945.000) ha donato cibo o beni di prima necessità direttamente alle persone in difficoltà. In particolare, a fare la spesa per chi si è trovato in difficoltà sono state soprattutto le donne (17,9% vs 11,6% uomini) e gli appartenenti alla fascia di età 45-54 anni (18,3%).
Mettere a disposizione le competenze professionali

Il 10,5% (più di 4,6 milioni di individui) ha invece dichiarato di aver contribuito a rendere più leggera la situazione mettendo a disposizione le proprie competenze personali o professionali. In particolare, i liberi professionisti, di cui il 16,4% ha offerto le proprie competenze, ovviamente a distanza. E c’è chi ha fatto ripetizioni via chat, idraulici che hanno guidato via web chi aveva bisogno di riparare rubinetti, o elettricisti che sono riusciti a risolvere piccoli e grandi problemi tramite videochiamata.