L’Istat rivede le stime sul Pil: nel IV trimestre 2020 meglio delle previsioni, però…

Nel quarto trimestre del 2020 l’effetto delle misure adottate per il contenimento dell’emergenza sanitaria ha provocato la contrazione dell’economia italiana. Il prodotto interno lordo ha registrato una flessione dell’1,9% in termini congiunturali e del 6,6% in termini tendenziali: anche se si tratta di dati non propriamente rosei, sono comunque migliori rispetto alla stima preliminare dell’Istat che prevedeva un calo congiunturale pari a -2%. La variazione acquisita per il 2021 è invece pari a 2,3%. Lo ha reso noto l’Istat, che ha diffuso i conti economici trimestrali, sottolineando come il quarto trimestre 2020 abbia avuto due giornate lavorative in meno del trimestre precedente, e una giornata lavorativa in più rispetto al quarto trimestre del 2019.

L’andamento della domanda interna ed estera 

A trascinare la caduta del Pil “è stata sia la domanda interna (incluse le scorte), sia quella estera, che hanno fornito entrambe un contributo negativo di 1 punto percentuale – si legge nel rapporto -. Sul piano interno è stato fortemente negativo l’apporto dei consumi privati, pari a -1,6 punti, nullo quello degli investimenti, e lievemente positivo, per 0,3 punti, sia quello della spesa della PA sia quello delle scorte”. Sul piano estero l’ampio contributo negativo è derivato da una crescita delle importazioni maggiore di quella delle esportazioni. Inoltre, le ore lavorate sono diminuite dell’1,5%, mentre in lieve risalita sono risultate sia le posizioni lavorative (+0,3%), sia i redditi pro capite (+0,1%).

Spesa delle famiglie, -4,4% in termini congiunturali

La domanda nazionale al netto delle scorte ha fornito un contribuito negativo di 1,3 punti percentuali alla variazione del Pil, con apporti negativi per 1,6 punti percentuali dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private, un contributo nullo degli investimenti fissi lordi, e uno positivo (+ 0,3%) della spesa delle PA. Anche la variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del Pil per un +0,3%, mentre il contributo della domanda estera netta è risultato negativo per 1 punto percentuale.

La spesa delle famiglie sul territorio economico ha registrato una diminuzione in termini congiunturali del 4,4%. In particolare, gli acquisti di beni durevoli sono diminuiti del 4,9%, quelli di beni non durevoli del 2%, quelli di servizi del 6,1% e quelli di beni semidurevoli del 2,6%.

Andamenti congiunturali dei principali comparti produttivi

Si registrano poi andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, con agricoltura, industria e servizi diminuiti rispettivamente del 2,8%, dello 0,7% e del 2,3%. Nel quarto trimestre il Pil è aumentato in termini congiunturali dell’1% negli Stati Uniti e dello 0,1% in Germania, mentre è diminuito dell’1,3% in Francia. In termini tendenziali, si è registrata una riduzione del 2,4% negli Stati Uniti, del 3,9% in Germania e del 5% in Francia. Nel complesso, riporta Askanews, il Pil dei paesi dell’area euro è diminuito dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, e del 5% nel confronto con il quarto trimestre del 2019.