Non food: si cerca la convenienza ma si spende di più

Nonostante l’uscita dalla crisi pandemica, a causa delle pesanti dinamiche inflattive, che impongono ai consumatori un ridotto potere d’acquisto causato dall’aumento generalizzato dei prezzi, la ripresa rallenta.
Di fatto, complice l’inflazione, aumenta la spesa per la maggior parte dei comparti del settore Non Food, che nel 2022 supera il giro d’affari realizzato nel pre-pandemia crescendo del +4,3% e raggiungendo 109,3 miliardi di euro.

Ma se il tasso di crescita resta inferiore a quello registrato nel 2021 (+12,0%) la tendenza positiva nel medio periodo (2018-2022) registra un aumento a valore pari a +6,0%. Lo rileva l’edizione 2023 dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, che raccoglie le evoluzioni di 13 comparti non alimentari.

Come rispondere alla morsa del carovita?

In risposta alla morsa del carovita, sulla scelta del punto vendita dove fare gli acquisti non alimentari un ruolo di crescente importanza è giocato dal fattore convenienza, che spinge gli italiani ad approfittare di offerte e promozioni, soprattutto presso le grandi superfici specializzate, le grandi superfici alimentari e l’e-commerce.
Ma i consumatori cercano anche canali più ‘economici’, come i factory outlet, i discount o i mercatoni.

Questa attenzione al risparmio comporta anche la monetizzazione dell’usato (in particolare, tramite le piattaforme web), la riscoperta del fai da te e l’adesione ai diversi bonus e agevolazioni fiscali, come quelli destinati all’ambiente domestico.

Consumi non alimentari: +13,8%

Se i consumi totali delle famiglie anche nel 2022 mostrano una dinamica espansiva (+13,4%, pari a 1.166 miliardi di euro), è positivo anche il trend relativo ai soli consumi non alimentari, che incidono per il 15,7% su quelli complessivi, e in un anno aumentano del +13,8%.
Con oltre 22 miliardi di euro annui di sell-out, l’elettronica di consumo mantiene la leadership tra i 13 comparti analizzati, pur avendo registrato un calo di -1,5% del fatturato a valori correnti rispetto al 2021.
Contrazione del giro d’affari anche per casalinghi (-4,0%), giocattoli (-2,4%) ed edutainment (-1,1%).
Vendite in robusta crescita, invece, per il secondo comparto a valore, abbigliamento e calzature (+9,2%, 21,8 miliardi di euro), seguito dal tessile, (+7,3%), e articoli per lo sport (+4,5%).

L’effetto positivo di bonus e incentivi 

Il 2022 conferma poi la ripresa della cancelleria (+6,0%) e registra il boom dei prodotti di automedicazione, leader per tasso di crescita del giro d’affari (+11,5%).
La maggior attenzione ai consumi legati alla salute e al benessere traina anche la ripresa della spesa nei comparti profumeria (+6,5%) e ottica (+5,6%), che beneficia anche del bonus vista.

L’effetto dei bonus statali si fa sentire anche in altri comparti, a partire da mobili e arredamento, terzo settore per entità del giro d’affari generato, che chiude il 2022 con vendite in crescita di +4,6%, superando i livelli di fatturato del 2019.
Gli incentivi dedicati agli ambienti domestici sostengono anche la crescita del bricolage (+6,6%), trainato anche dalla maggior propensione dei consumatori al fai-da-te, scelto in un’ottica di risparmio e personalizzazione.